Fin dalla Bibbia l’olivo è segno di sacralità

Fin dalla Bibbia l’olivo è segno di sacralità

COLTIVAR SANO - CULTURA

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Fin dalla Bibbia l’olivo è segno di sacralità

Con le sue foglie dai riflessi cangianti, argentee, sottili e regolari, le cui linee delicate sono messe in risalto dai rami e dal tronco nodoso, l’olivo rappresenta nell’immaginario collettivo una sorta di scultura modellata dalla natura stessa; anche per questo, nella storia dell’arte esso è stato un motivo costante di ispirazione per gli artisti, anche come rappresentazione simbolica di virtù, dogmi, immagini, sentimenti. Se si considera che l’olio d’oliva è citato nella Bibbia circa duecento volte, sia per quel che concerne gli usi quotidiani, sia per gli usi più strettamente sacri, si capisce quanto l’albero dell’ulivo sia parte della storia dell’umanità. Dalla sua importanza materiale deriva la sua rilevanza sacrale, tanto da simboleggiare direttamente la benedizione di Dio (Deuteronomio, 11, 13-17). Associato nei testi sacri frequentemente alla festa (Sal 104, 15), l’uso dell’olio d’oliva conferisce sacralità e autorevolezza a sacerdoti, profeti, re e ospiti importanti. Nell’Antico Testamento, il termine “unto” è spesso sinonimo di “consacrato” e indica una persona, spesso figura regale, prescelta per assolvere a un determinato compito di prestigio. Da qui la diretta connessione del termine greco Christòs alla figura di Gesù (Gv 1, 41; 4,25; At, 4, 24-27). L’olio d’oliva è sempre presente nei sacramenti cattolici del battesimo, della confermazione e dell’estrema unzione, nella gestualità liturgica, che ne prevede l’impiego nelle ordinazioni sacerdotali e vescovili. La tradizione vuole che anche la croce sulla quale morì Gesù fosse realizzata in legno d’olivo.

Fonte: www.teatronaturale.it


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